Spiga

Confessioni di una mistress: "Gli uomini pagano 1200 euro all'ora per farsi frustare".

Sapphiria DeSade è diventata popolare con la trasmissione Lucignolo.

(Cronaca qui) È la “mistress” più famosa d’Italia. Diventata popolare con la trasmissione Lucignolo di Italia Uno, oggi gira in lungo e in largo il Paese. Invitata nei locali e lautamente pagata, Noemi Masoero, 25 anni, in arte Sapphiria DeSade, non disdegna le feste private dove, davvero, riesce a dare il meglio di sè.
La sua specialità è quella di infliggere sofferenze atroci a uomini che, solo così, trovano piacere. Giù la maschera, Noemi Masoero è una ragazza come tante, che ha trovato il successo attraverso le sue performances. Viene dalla provincia torinese, da Casalborgone, dove vive e dove tutti la conoscono.

Piacere sadomaso
«Sono una mistress professionista e una performer fetish», spiega, lasciando stralunato chiunque non mastichi un po’ di spettacoli sadomaso, bondage, pvc e quant’altro ruoti intorno al mondo dell’eros e dell’hard. «Mi spiego: sono un’artista del sadomaso. Mi diverto a far soffrire i miei schiavi. È spettacolo. Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo frequentando party e feste fetish - racconta la ragazza -. Ero appena ventenne. Dopo il diploma ho lavorato come body piercer ma la mia vera passione sono sempre state le fruste. Sono un’istruttrice federale di equitazione e so bene come maneggiarle».
Dominatrice
Solo che dai cavalli è passata agli uomini...
«Ho l’attitudine dominante, sono una padrona. Agli animali non farei mai del male, ne ho tantissimi a casa. Agli uomini, invece... Io sono mistress per attitudine e non per gioco o moda. Odio le veline che lo fanno solo per apparire e mettersi in mostra».
Una media di cinque spettacoli a settimana, un cachet di circa quattrocento euro per venti minuti d’esibizione. Spettacoli che altro non sono che sottomissioni dei suoi schiavi, con frustate nella schiena, colate di cera sul petto, calci nei genitali, dilatazioni anali, calpestamenti con tacchi alti anche trenta centimetri, controlli del respiro, mummificazioni, sospensioni per i piercing e via di tortura in tortura.

Politici e banchieri
«Politici, banchieri, impiegati, avvocati: non puoi immaginare quanti sono gli schiavi. Conosco gente che sotto la giacca e la camicia va al lavoro con le borchie e le cinghie della sua padrona. Pensa - racconta Noemi - che una volta ad un mio spettacolo era venuto un mio vecchio amico di Casalborgone. Non sapeva di trovarmi lì: quando mi ha vista sul palco ci è rimasto malissimo. Ma quanto era imbarazzato. Chissà perché? Io mi sento davvero a mio agio. Purtroppo, da fuori, questo mondo è visto con troppi sospetti e preconcetti. Invece non c’è niente di male».
Giù dal palcoscenico una vita normale: «A me piace dominare, ma con il mio fidanzato so essere dolcissima. Lui non fa spettacoli, non è uno schiavo professionista e nemmeno gli piace. Ha una pazienza straordinaria, un giorno lo faranno santo...».

Porno veline? Alcune di loro han provato a diventare pornostar ma...

Floriana Panella (Roberta Missoni Gemma) @ Davide Maggio .it

(DavideMaggio-it) Che gran parte delle aspiranti Veline sia composta da ragazze disposte a tutto è facile immaginarlo e, probabilmente, constatarlo. Che sul palco di Veline ci sia stato spazio anche per la protagonista di “Dietro da Impazzire 7” forse era più difficile anche solo pensarlo.

Ma il 25 luglio scorso, a calcare il palco di Veline a Chioggia c’era tale Floriana Panella. Riguardiamo la sua performance…

Siore e Siori, Floriana Panella altro non è che il vero nome di colei che, in arte, fu Roberta Missoni e che attualmente è Roberta Gemma. La fanciulla debutta nella cinematografia a luci rosse con il film “The Order”. In una intervista ha dichiarato: “Sono fondamentalmente una esibizionista. Ne ho avuto una prova tangibile posando per i calendari che ho realizzato. Sono cosciente del mio corpo, mi piaccio e trovo piacere nel mostrare quella che io considero una mia grande qualità, tra l’altro del tutto naturale. Non posso nascondere il fatto di provare un immenso piacere nell’essere osservata, ammirata e desiderata, lo faccio senza forzature e senza accettare compromessi.“ Nella corso della sua carriera entra in contatto con Riccardo Schicchi, grazie al quale inizia ad esibirsi nei locali di lap dance più gettonati di Roma, ma viene notata anche da Tinto Brass, che pare le abbia proposto una parte di rilievo in un suo film. Viene successivamente contattata dalla Sins Factory in cui trova il partner ideale per affrontare nel modo migliore una carriera nel mondo dell’hard.

Ed in effetti la ragazza merita. Forse più come pornostar che come Velina.



Sesso, una ricerca sdogana il sadomaso: "Chi lo pratica è felice".

Lo studio dell'università australiana del Nuovo Galles del Sud.
(4minuti) Le pratiche sessuali sadomaso e bondage non sono dannose per la salute mentale. A sdoganare cuoio, frustini e veneri in pelliccia è una ricerca dell'università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, pubblicata sul Journal of Sexual Medicine. Sul campione di 20mila australiani adulti esaminato, è risultato che il 2% prende parte in ruoli sessuali di sadomasochismo, dominazione o sottomissione. Ma contrariamente agli stereotipi, questo non dipende da abusi o mancanze sessuali.

"I risultati - si legge nelle conclusioni della ricerca, coordinata da Juliet Richters - confermano che bondage, disciplina e sadomasochismo (Bdsm) sono semplicemente un interesse sessuale o una sottocultura che attrae una minoranza". Queste pratiche sarebbero inoltre più comuni tra gay, lesbiche e bisex, e i partecipanti risultano più avventurosi sessualmente anche in altri modi. Ma contrariamente a quanto si poteva credere, dice la Richters, "non hanno maggiore probabilità di essere costretti all'attività sessuale e non hanno una tendenza maggiore ad essere infelici o ansiosi".

Anzi, dalle analisi psicologiche gli uomini che ne prendono parte risultano anche più felici della media. Ma questo non deve far pensare al bondage come una cura per la tristezza. L'ipotesi per spiegare questo maggiore benessere psicologico prevede che chi adotta queste pratiche sia più in armonia con sé stesso, perché parte di qualcosa di inusuale in cui si trova a loro agio. Farlo senza esserne convinti o a proprio agio sarebbe quindi deleterio.

Ma intanto la ricerca propone di sdoganare chi si diletta con questi inusuali modi del sesso. "Le persone con questi interessi sessuali - conclude la professoressa Richters - sono viste da tempo, da parte della medicina e della legge, come persone danneggiate e bisognose di terapia, se non pericolose e bisognose di restrizioni legali". Ma se i risultati della ricerca australiana fossero confermati, questi stereotipi potrebbero cambiare.
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Vi mettiamo a disposizioni due trailer che trattano di Bdsm, uno etero ed uno gay. De Gustibus...



Dagli Usa il masturbatore in silicone.

Dagli Usa arriva di tutto. Sono poi sorprendenti nell'inventare oggetti che "aiutano" a fare sesso. Quest'oggetto è una sorta di vagina di morbido silicone (ma può essere anche un ano) che serve ai maschi per masturbarsi. Per parecchio tempo, testimonial di questo "giocattolino" è stato Johnyy Castle, uomo dell'anno 2007 e pare che grazie a lui le vendite siano letteralmente "schizzate" in alto. Ecco come si utilizza.
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Sesso tra gli scheletri in Ateneo. "Ho fotografato il prof nudo".

Torino, la Procura apre un'inchiesta.

(Cronaca qui) Lo scandalo a luci rosse esplode come una tempesta all’università. Mentre voci di corridoio rilanciano con forza l’idea che le molestie sessuali siano una triste consuetudine nei locali della storia scuola di specializzazione in medicina legale, i vertici dell’ateneo respingono con forza l’idea che un concorso possa essere stato truccato proprio in virtù di favori sessuali. E la Procura ha aperto un’inchiesta.

A monte di tutto c’è la sentenza del Tar che ha annullato il concorso per tre posti alla scuola di specializzazione: gravi vizi formali e tutto da rifare. Ma una candidata esclusa, la dottoressa A. sostiene che è stato il suo rifiuto a pesanti avances sessuali a condizionarne la bocciatura. «Già in passato ho subìto molestie sessuali a opera di un professore, anche prima di laurearmi - ha raccontato -. Poi due o tre mesi prima del concorso. Quando hanno visto che ero incinta, non andavo più bene. È arrivata un’altra candidata, molto bella e ha passato il concorso». La dottoressa sostiene di aver conservato le prove di quelle attenzioni cui, in passato, avrebbe ceduto: «Ho una fotografia del professore con il membro di fuori, fatta con il cellulare. E anche degli abiti sporchi che ho conservato». «Sono pronta a raccontare tutto e a mostrare questi elementi se un giudice mi chiamasse. Anche se non vorrei affrontare un processo per evitare di dover raccontare certi particolari. E anche perché io stessa non farei una grande figura, temo» conclude.

In Procura, per il momento, c’è grande cautela. Il procuratore reggente Raffaele Guariniello ha aperto quello che in gergo si chiama “fascicolo K”, ossia con gli atti relativi al caso in questione: «L’abbiamo aperto d’ufficio per poter effettuare verifiche. Occorre valutare se vi siano estremi di reato per cui si possa procedere d’ufficio o se occorra una querela di parte». Nei prossimi giorni verranno sentiti sia la dottoressa A. sia il professore da lei accusato. Nella realtà, le questioni sarebbero due: da un lato le molestie sessuali, dall’altra il falso in atto pubblico. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, afferma la dottoressa A. che «una candidata ha fatto un pessimo compito, gliel’hanno riscritto totalmente». Sull’altro fronte, a parlare è il legale della dottoressa, l’avvocato Marialuisa Capuani: «C’era la volontà della mia assistita di sporgere querela». Quindi, altre vittime di molestie all’interno dell’ateneo? «Lei mi ha parlato di altre due ragazze. Ma per il momento ci eravamo concentrati sul ricorso al Tar, riservandoci di valutare altri elementi in un secondo tempo».

Lo scenario è di quelli che effettivamente fanno scalpore: la dottoressa ha riferito di aver dovuto sottostare alle deviazioni a livello sessuale del suo docente. Si parla anche di incontri ravvicinati e “giochi” nella sala degli scheletri dell’istituto di medicina. Altre studentesse, pur non volendo comparire con il proprio nome e cognome, dicono di aver sempre sentito di molestie sessuali nel dipartimento. Una, in particolare, dice che i due professori presi di mira «non godevano di buona fama». Altri studenti, interpellati dai cronisti, dicono che si tratta solo di calunnie, di invenzioni fantasiose.
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La dottoressa G. La candidata vincitrice. «Niente favori, ho solo studiato».
(Cronaca qui) La dottoressa G. è una delle candidate che hanno passato con esito positivo il concorso poi annullato dal Tar. Ieri ha saputo dai giornali dell’esplosione di un vero e proprio bubbone alla facoltà di medicina. Lei si è classificata al primo posto nel concorso annullato e sa delle accuse di irregolarità mosse da una sua collega. «So che dice che qualcuno ha riscritto il compito - risponde -, ma il mio è assolutamente regolare. Basta verificare gli elaborati: su quel foglio c’è la mia calligrafia».

E per quanto riguarda le accuse di favori sessuali richiesti alle candidate: «Io non ne so niente. Ho passato il concorso perché ho studiato. Certe affermazioni devono essere provate». Affermazioni, quelle della candidata esclusa, che però non riguardano certo soltanto questo concorso, ma che si estendono a tutto l’ambiente dell’istituto, con diverse studentesse e specializzande che avrebbero subìto pesanti attenzioni da alcuni docenti: «Anche di questo non so niente, non ho mai sentito parlare di niente del genere. E comunque io non ne sono stata vittima. Ho passato il concorso perché ho studiato».

Eros, psiche e fantasia. C'è chi descrive scene di necrofilia e perfino sesso con alieni.

Un tempo erano considerate perversioni. Ora gli psicoterapeuti assolvono i nostri desideri proibiti. Perché possono curare molte patologie.

(Paola Emilia Cicecore e Laura Margottini - L'Espresso) Ci imbarazzano quando invadono la nostra mente, disegnando scenari che a volte ci sembrano inaccettabili. Ma possono servire a curare traumi e malesseri che compromettono la serenità della nostra vita sessuale. Per questo gli psicoterapeuti hanno sdoganato le fantasie sessuali, anche quelle più indecenti. Che sono le più frequenti e le più importanti per il nostro equilibrio.

Qualche esempio? Al 90 per cento degli adulti succede di pensare a qualcun altro mentre fa l'amore col proprio partner, il 15 per cento sogna un rapporto a tre, l'11 si immagina sul set di un film porno. E c'è anche chi descrive scene di necrofilia e perfino sesso con alieni. È quanto emerge da un'indagine scientifica sulle fantasie sessuali di 19 mila inglesi sopra i 18. Realizzata dallo psichiatra freudiano Brett Kahr, che l'ha raccontata nel suo ' Indovina chi viene a letto?' (Ponte alle Grazie 2008). "Le fantasie erotiche sono un ottimo indicatore dello stato di salute della società", spiega Kahr: "Sono un prodotto dell'inconscio e contengono informazioni preziose sul nostro rapporto col sesso". Oltre a svolgere funzioni fondamentali per la nostra salute, "ad esempio per soddisfare desideri nascosti o esprimere creatività".

Tanto che c'è chi le usa in terapia. Come Claude Crepault, sessuologo dell'Università di Montreal. Noto per i suoi studi sull'immaginario erotico da cui è nata la sessoanalisi, un approccio terapeutico, spiega lo scienziato canadese, "che punta a utilizzare le fantasie sessuali, che fanno parte della nostra realtà quanto il sesso agito, per aiutare i pazienti a comprendere e correggere le basi inconsce dei disturbi che riguardano la sfera sessuale".

Prima di tutto di quelli maschili. Perché sono soprattutto i maschi ad avere un identità di genere più fragile che può trasformarsi in perversioni o altri eccessi: è la tesi che Crepault espone in un saggio appena pubblicato da Franco Angeli: 'La sessoanalisi. Alla ricerca dell'inconscio sessuale'.

Se la sessuologia clinica punta al sintomo, la sessoanalisi parte dalle fantasie, soprattutto da quelle più inconfessabili, per lavorare sulle motivazioni profonde che stanno dietro ai nostri comportamenti. "In altri termini sulla nostra mappa sessuale, che si crea a partire dalle esperienze infantili e si basa sul modo in cui percepiamo l'identità e l'altro, e sul vissuto di eventi significativi. Arrivando a costruire il percorso sul quale si muove il nostro immaginario erotico", spiega Domenico Trotta, andrologo e psicoterapeuta, curatore dell'edizione italiana del saggio di Crepault.

È un approccio innovativo, utilizzato per trattare un disturbo classico come l'impotenza, quando non sia giustificata da evidenti patologie organiche, ma anche perversioni o disturbi del desiderio. "Pensiamo a un matrimonio non consumato, un evento più frequente di quanto si pensi", spiega Trotta: "È fondamentale chiedere all'uomo, in un colloquio singolo, se ha fantasie di penetrazione. Se questo tipo di fantasie non ci sono, è questo, e non la mancanza di rapporto, a diventare il problema centrale di cui è importante indagare la motivazione.

Come è avvenuto in una coppia di pazienti sposati da 15 anni, ma entrambi vergini: lei sognava un marito dominatore, mentre lui, schiacciato da una madre autoritaria e invadente, è riuscito solo dopo una lunga terapia ad ammettere che avrebbe desiderato una donna in grado di dominarlo e dargli ordini".

Nella stessa ottica, la disfunzione erettile non può sempre essere liquidata come semplice ansia da prestazione: "Spesso entrano in gioco meccanismi più profondi, che hanno a che vedere con le paure nei confronti dell'altro sesso", prosegue il medico: "La sessoanalisi mette l'accento su una paura antica e grave, la paura di perdere la propria identità nella penetrazione", osserva Trotta. E racconta di un suo paziente trentacinquenne, giovane e brillante con problemi di impotenza, che dopo mesi di terapia ha fatto emergere il suo vero problema, raccontando un sogno in cui immaginava di penetrare la sua compagna, e di vedere il proprio pene farsi sempre più sottile.

Inchiesta a luci rosse di Panorama. Un giornalista si finge attore porno.

(carmelo.abbate@mondadori.it - Panorama) Sono diventato un attore porno. Ho iniziato dai sexy shop. Mi sono proposto per fare dei provini. Sono stato respinto. Mi sono offerto a case di produzione, registi, attrici. Sono entrato nel giro. Li ho conosciuti nella vita di tutti i giorni. Sono diventato uno di loro. Sono stato a cena fuori con loro. A casa loro. Sono stato con loro nei club privé. Li ho visti fare sesso lontano dalle telecamere. Partecipare a scambi di coppie con sconosciuti. Ho fatto un corso accelerato con una pornostar. Ho partecipato a uno spettacolo hard con una vera regina del palcoscenico mentre la gente ci acclamava. Ho fatto infine il grande salto: il set, le telecamere, la scena. Ho scoperto guadagni, tariffari anatomici, trucchi del mestiere. Per funzionare bene, per fingere bene. Ho imparato cos’è un face-cam, un come-shot, la posizione scrocchia-galletto. A giudicare un’attrice in base al disegno dei peli sul pube. Ho visto mariti e fidanzati manager, guardoni. Attori che sono la caricatura di loro stessi. Altri bravissimi, professionali. Attrici di una bellezza tale che potrebbero avere il mondo ai loro piedi. Ma forse ce l’hanno già. Ho imparato a non giudicare. Anche se ho scoperto un mondo che visto da fuori appare molto più intrigante che dal vivo. Un mondo nel quale le luci rosse lasciano il posto a fari giganti bianchi davanti ai quali c’è un regista che muove i protagonisti come avesse in mano un telecomando.

Il porno oggi è come un pugile suonato. Vaga stordito per il ring cercando di capire da dove arrivano i colpi. Prima l’avvento dell’home video, le cassette, i dvd, che ha sancito lo storico declino dei cinema a luci rosse e di riviste cult come Le ore. Poi internet, i filmati gratuiti su siti come Amaporn o Youporn, la pay tv e i telefonini. L’industria italiana del sesso, prostituzione esclusa, continua a muovere un giro d’affari annuo superiore al miliardo di euro. E gli ultimi dati lo danno in crescita del 10 per cento. I sexy shop cercano strade alternative e si buttano su oggettistica varia e biancheria intima. La produzione italiana di film è in stallo, stordita dalla concorrenza dei paesi dell’Est Europa. Eppure basta lanciare un appello sul web per la ricerca di un volto per interpretare Moana Pozzi in una fiction e piovono 5 mila adesioni a tempo record. Pochi grandi attori e tante caricature. Poche produzioni di qualità e tanta boscaglia. Dentro la quale ormai può metter piede chiunque. Perfino un giornalista.
Tutto il mondo è gonfiabile visto dall’interno di un sexy shop. Il pene, la vagina, la donna infermiera, la donna maestra, la donna molto vecchia. «Addirittura una mucca è gonfiabile» ammicca il proprietario della boutique di una via centrale di Milano. Lui la sa lunga. Gli dico che mi piacerebbe fare l’attore. Lui non è sorpreso, ne ha già avviati parecchi. Ascolto i suoi consigli. L’unico modo è quello di provarci con chi fa i film amatoriali. I grossi non ti rispondono. Bisogna fare la gavetta, anche nel porno. Mi raccomanda la produzione Cento per cento che fa i film con le mascherine. E il regista Marzio Tangeri «quello che ha lanciato Michelle Ferrari». Mi riempie di numeri di telefono.
La prima telefonata è per Showtime. Risponde una donna, parla con accento inglese. «Noi siamo la distribuzione, la produzione non è in Italia». Dove? «Non lo sappiamo. Mandi una mail, ma sarà molto difficile avere una risposta». Infatti non arriverà mai. Né da Showtime né dalle altre grandi del settore come Pink’o, Atv. Picche pure con Riccardo Schicchi. Chiamo la signora Luce Caponegro, la regina redenta che una volta si faceva chiamare Selen ma adesso per carità non vuole neanche sentire la parola porno. Vuole invece sapere il nome di chi mi ha dato il suo numero. Marzio Tangeri dopo i fasti di Michelle dice che il settore non attraversa un buon periodo, troppo schiacciato da internet e webcam. Si farà sentire lui. Sembra andare meglio con quelli di Cento per cento. «Ok. Ma devi essere pronto a venire a Firenze. Magari anche una volta a settimana». E il provino? «Il provino è già film. Ti metti la mascherina e giri». E i soldi? «Non devi pagare, non ti preoccupare». Ah…! «E allo stesso modo non ti viene rimborsato nulla».
Per diventare attore porno ci vuole uno che ti inserisca nell’ambiente. È così che via via sono entrato a contatto con le persone giuste. Fino a realizzare il sogno di stare seduto a cena allo stesso tavolo con un mito dell’hard. Uno che da Cicciolina a Moana, a Selen, fino ad arrivare alle pornostar di oggi, ha recitato con tutte: Roberto Bob Malone. L’uomo, per capirci, che addirittura una volta che stava a Cannes per il Festival, parole sue, «al ristorante in un tavolo vicino al mio c’era nientemeno che Robert Bob De Niro che a un certo punto si alza e viene al mio tavolo, proprio lui! Bob De Niro!, per salutarmi e per dirmi fac Bob fac tu sei il migliore de best attore facching porno del mondo». Chi mi accompagna mi presenta come uno che ha già iniziato a girare qualcosa. Dico che non è stato facile e che la prima volta per l’emozione non è andata bene. Malone sorride. Gli chiedo come faccia a farsi trovare sempre pronto, qual è il segreto. «Nessun segreto, è solo una questione di professionalità. Sai quello che devi fare e fai».
La cena scivola via in un’atmosfera gioviale e leggiadra. La serata si conclude in un club privé. Dove per entrare se sei un uomo solo paghi 300 euro, una coppia molto meno. Noi niente. Con le attrazioni che abbiamo si entra tutti gratis. L’interno sembra una discoteca come le altre, con una pista e delle poltrone intorno. Ci sediamo, ordiniamo da bere. L’atmosfera si fa un po’ familiare. Il dj abbassa la musica e urla al microfono: «Signori e signore questa sera abbiamo l’onore di avere con noi il mitico Boooob Malone!!!». Che roba, che applausi! Malone prende il microfono saluta gli amici della notte e dice che questa sarà una notte molto speciale. Poi si gira verso di noi e chiede ad alta voce una volontaria per una prestazione sessuale. Ma le presentazioni del dj non sono finite, è la volta della «grande Natasha, la regina incontrastata delle gang bang» che si alza e ringrazia improvvisando uno spettacolo con una ragazza di vent’anni che vuole entrare nel mondo dell’hard «qui c’è il mio numero chiamami ti prego» e una biondina «niente cinema per favore voglio metter su famiglia». Finiscono tutte e tre nude al centro della pista.
Ora Natasha e il marito Sergio vogliono un po’ di intimità. Si spostano nella zona calda. Si entra da una porticina attraverso una tenda. Le luci sono soffuse. Gli uomini e le donne diventano sagome, corpi, pulsioni. Ci sono i box con letti dove si fa l’amore a gruppi. Dalle grandi finestre altri guardano, si eccitano, si accarezzano. Natasha e Sergio entrano in un box, si spogliano, si sdraiano. Fanno l’amore. Come marito e moglie. Come la coppia che entra e si accoppia nello stesso letto. Chi sta alla finestra si gusta fino in fondo Natasha che finisce nelle braccia dell’altro, poi della donna, fino all’apoteosi dell’orgia. È quasi l’alba quando lasciamo il locale alla periferia di Torino. All’uscita si vedono cose diverse rispetto a quando sei entrato. Dove sei, il palazzo intorno, il parcheggio o il distributore vicino. Si va a casa di Natasha e Sergio, un’ora di macchina per assistere allo spettacolo di un’aurora stanca di venir giù ogni mattina a smacchiare le tinte opache delle notti estreme.
Uno dei modi migliori per chi vuole iniziare la carriera di attore nel mondo dell’hard è quello di partecipare a una gang bang con la pornostar Natasha Kiss. Lei guadagna dai 1.500 ai 2 mila euro. Gli uomini, nulla. Dalla sua alcova negli ultimi 5-6 anni sono usciti 12-13 attori. Il più famoso è Omar Galanti, quello che lei posiziona alla destra di Rocco Siffredi, e che oggi intasca 1.000 euro a scena. Ma è solo una eccezione. La regola invece è che se funzioni un minimo nel film successivo arrivi a beccare 200 euro. Ma se non hai delle caratteristiche ben precise, tipo un numero di orgasmi pazzesco o misure titaniche, non ti chiamano più. Discorso a parte per le ragazze, che nei film di Natasha guadagnano più o meno 300 euro. Le più brave 500.
Non è facile iniziare a fare l’attore porno. Dall’oggi al domani ti ritrovi a braghe giù con la Jessica Rabbit della situazione che prima ti si struscia addosso per farti vedere le posizioni e poi si gira verso la tua insegnante e fa delicatamente presente che il tuo elettrocardiogramma è piatto: «Nulla, nulla! Ma questo ce l’ha?». Siamo a Torino. In cattedra c’è Natasha Kiss coadiuvata da una conigliona gommosa. Sui banchi siamo in quattro, due ragazzi e due ragazze. Il corso è sperimentale, quindi gratis. In autunno diventerà parte di un progetto più vasto. La prima cosa che ti insegnano a scuola è il trucco. Non tutti sanno che per gli occhi, per esempio, bisogna prediligere colori caldi: oro, marrone, terra, perché emanano calore. E il rossetto deve essere rosso o tonalità sempre «terracee». Vestizione, regola per le donne: «Le calze autoreggenti devono essere una misura in più» spiega la maestra Natasha. Si tira via il vestito. Puf, rimane nuda. Sotto non aveva neanche le mutande. «Perché se no stringono e provocano il salsicciotto arrotolato sulla gamba». Attenzione uomini: vietato il tanga perché «fa abbastanza schifo». Si passa alle simulazioni. Sembra facile. Invece come ti metti c’è sempre una telecamera che deve vedere prima di te. E per tenerti pronto non ti resta che farti i filmini in testa.
Ormai qualche amico nell’ambiente ce l’ho. Uno chiama Michelle Ferrari e le chiede di darmi un occhio. Le dice che ho già fatto qualcosa e che sta pensando di lanciarmi ad alti livelli. Il risultato è un disastro. Il posto è alle porte di Firenze. Ci sono almeno 500 persone. Ragazze in bikini girano tra i divani. Altre si spogliano, fanno lap dance. Michelle Ferrari ha un contratto di esclusiva con la casa di produzione Pink’o che le passa uno stipendio di 2.500 euro al mese per girare tre film l’anno più due «gonzi», ovvero quelle scene di sesso senza trama da usare qua e là. Michelle fa anche molte serate. Il suo cachet va da 500 a 850 euro. Sale sul palcoscenico per ultima. Le ragazze prima di lei guadagnano sui 100 euro. Oltre allo spettacolino privato con il cliente in camerino dove si fanno pagare 50 euro per 10 minuti di strip. Michelle, oltre a essere bella, è dolce, carina. Mi mette a mio agio, beviamo qualcosa. Poi sale sul palco avvolta da una camicia da notte trasparente bianca. Arriva il mio turno. Balliamo, mi spoglia pian piano. Poi sono a terra. Lei è sopra di me. Si muove, si alza, ritorna. Il pubblico mi urla le cose più sconce, cori da stadio. Sono pietrificato. La gente non gradisce. Michelle alla fine mi consola.
Prima di iniziare a girare, un attore deve mettere il passaporto aperto sulla foto in una mano, la carta d’identità nell’altra, portare i due documenti ai lati della faccia e farsi fotografare. Tutto questo, mi dice il regista «per provare che sei maggiorenne, hai firmato un contratto, hai fatto le foto che sei tu, dopo non puoi più rompere». Poi si firma una liberatoria. Fatte le foto, deve consegnare il certificato medico con i risultati degli esami del sangue: hiv, epatite B e C, clamidia, gonorrea, sifilide. Cosa sulla quale tutti hanno dato prova di non transigere: la data del certificato non deve essere vecchia oltre i ventuno giorni precedenti le riprese.

Max, il regista, è seduto al tavolo del soggiorno. Sta scrivendo la sceneggiatura del film. «Lei arriva, tu le zompi addosso, poi lei scappa…». Io e gli altri attori siamo stravaccati sul divano. Angela Gritti, una delle due pornostar, è andata in camera a cambiarsi. Siamo in quattro. Si scommette sul tipo di disegno che la donna avrà sul pube, ricavato attraverso la rasatura dei peli: asticina, triangolo, cuore o rettangolo? La proprietaria di casa è una bionda svampita burrosa. È con il fidanzato. Siamo in pieno centro storico al terzo piano di un appartamento che dà sul corso principale di una città del Centro Italia. Angela si siede con noi. Mi parla di sé, è una maestra di sci, ha iniziato anche lei con Tangeri, fa l’attrice da 3 anni e va fiera di film come L’idraulico e Ricatto passionale. Dice che il sesso le piace e che se ha davanti un attore in difficoltà lo aiuta. Mi sorride. Max, il regista, ci chiama. È tutto pronto. Si gira un po’ di «commedia». Il regista: «Ok, voi state litigando, suona il pizzaiolo. Tu lo fai entrare, tu Franco te ne vai incazzato e tu invece te lo fai». Silenzio. «Action!». Tutto come da copione. Il pizzaiolo suona, entra e mentre sta per… suonano ancora. Scoppia il panico. Chi è? Chi sarà mai? Angela, la fidanzata del padrone di casa, urla: «È tuo padre. Cavolo è tuo padre!». Il ragazzo corre giù per le scale. Angela: «Gli avevamo detto che eravamo fuori, a Rimini. Nascondetevi! Rivestitevi! Nascondetevi!». Marco va dietro la tenda. Un altro in bagno. Max: «E come faccio con tutte ’ste luci?». La situazione si tranquillizza. Il fidanzato ha bloccato il padre sulle scale. Qualcuno la butta lì: «Possiamo sempre dire che è una festa di laurea. E tu Angela, che sei così elegante, sei proprio la laureata». Angela apprezza: «Sì, alla Bocconi». Risata generale.
Si torna alla scena con il pizzaiolo sul divano. Si fa sul serio. Il regista dice stop. Lei va via in bagno. Lui si tiene in forma come può. Gli altri nella stessa stanza parlano e scherzano dei fatti loro. Lei torna, riprendono. Il regista: «Oh un po’ di sonoro anche!». Uh ah oh sì uh che bel pizzaiolo. Il regista: «Ok stop. Angela vai a prepararti per la prossima scena». Qualcuno si accorge che le tende alle finestre sono aperte. Ma non c’è problema, di là sono in lutto, per questo è tutto chiuso. Caty intanto è in bagno. Tutta nuda davanti allo specchio. Si sta truccando. Ha 23 anni, è ceca, bionda, è arrivata in Jaguar. Questo lavoro le piace da morire e non vorrebbe fare altro. La prima volta che ha girato una scena ha guadagnato 500 euro. Oggi ha un suo tariffario che va da 350 euro a 500, 750, fino a 850 euro in base al tipo di performance che le viene richesta. Caty sogna di comprare una casa nella Repubblica Ceca.
Grazie al mio contatto la settimana dopo vengo chiamato in un set di alto livello. La location è su una splendida villa che si affaccia su un grande lago del Nord per l’affitto della quale il proprietario si mette in tasca 1.000 euro al giorno. Qui ci sono due stelle del porno di oggi: la mora Sofia Gucci e la bionda Bambola che danno il massimo durante una scena di lesbo e poi di gruppo. La professionalità è altissima. Ci sono più telecamere, monitor, truccatrici, assistenti. Ed è assolutamente vietato sbagliare. Il resto è tutto una compilation di uh ah uh oh e posizioni e immagini già viste e sentite.
In questo il cinema pornografico dei giorni nostri non è diverso rispetto a quello di Moana e Cicciolina.

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Tette per sostenere Obama.

(Sexcity) Se anche le tette potessero votare Barack Obama avrebbe vinto da un pezzo. Mi spiego. Continua in America la campagna a sostegno di Barack Obama, il candidato democratico alle presidenziali USA, considerato da una parte dell'America il volto nuovo della politica del cambiamento.

In questi mesi le inziative pro Obama sono state innumerevoli, vedi l'Obama Girl, e alcune molto originali. Quella più stravagante di tutte, secondo noi, è stata la campagna "Boobs for Barack" (Tette per Barack").

L'iniziativa si è poi concretizzata nell'apertura di un sito (boobsforbarack.com), recentemente chiuso per mancanza di fondi, che accoglieva ragazze provenienti da tutte le parti del mondo che volevano offrire aiuto a Barack mostrando il seno con tatuato sopra o il nome del candidato per il Partito Democratico o il motto delle campagna elettorale di Barack.

"Tu puoi mostrare il tuo supporto ad Obama scrivendo sulle tue tette il suo nome o il suo motto elettorale. Piccole, grandi, bianche, nere, rosse, vere o rifatte, sono la parte di te che noi vogliamo vedere per aiutare Barack", così recitava lo slogan che ha lanciato l'iniziativa.
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La galleria

Il porno sbarca sul palmare.

(Il Tempo) Devan Cypher, che ha condotto una ricerca per la società Sin City Entertainment a San Francisco sull'utilizzo degli smart-phone per navigare su internet, definisce l'iPhone «il miglior amico del porno», dal momento che sarebbe in atto un vero e proprio boom di siti a luci rosse ottimizzati per la visione sul mini schermo e per la navigazione al tatto.

L'interesse è confermato da una statistica che vede un'impennata delle ricerche di contenuti hard per iPhone. Secondo Google Trends i meno interessati a questi contenuti sarebbero italiani e francesi. E la stessa Apple non fa molto per scoraggiare il fenomeno, limitandosi a garantire strumenti per i genitori per vietare ai figli di accedere a contenuti vietati ai minori.

Farley Cahen, di Avn, l'organizzazione che riunisce i colossi dell'intrattenimento per adulti, conferma che «in un anno sono sbocciati un centinaio di siti porno solo per iPhone, e si aspetta l'iPhone 2.0 per creare una rete capillare di siti a tema».

Come per Kakà anche il sosia di Roberto bolle è un attore porno.

La rassomiglianza ad un primo sguardo è ragguardevole ed imbarazzante. Il fisico poi aiuta ancora di più nel confondere i due. Come per Kakà anche Roberto Bolle, il grande ballerino del Teatro alla Scala di Milano, (in questi giorni croce e delizia del gossip estivo) ha un sosia e di quelli rassomigliantissimi, non solo nei tratti somatici ma anche nel fisico e nel sorriso, radioso, da bravo ragazzo. Ed è pure un ballerino professionista (almeno così lui dichiara). Ma, come per Kakà anche il sosia di Roberto Bolle fa l'attore porno professionista nel mondo gay. Il suo nome (ovviamente d'arte...) è Giorgio Carrera (a fianco) ed è uno dei meravigliosi ragazzi della scuderia di Belami. Non ci credete? Guardare per credere... Eccovi qualche foto ed un video. Buon divertimento!

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In sala c'è «Sex and the city», coppia fa sesso nei bagni.

Gli spettatori li cacciano via: Durante l'intervallo della proiezione, alcune persone sono andate in toilette e hanno sorpreso i due in effusioni roventi.

(Il Corriere del mezzogiorno) Galeotto è stato il film questa volta. Così è successo che a Minori, in Costiera Amalfitana, mentre una coppia assisteva a un film, fra l'altro normalissimo, "Sex and City", ha pensato bene, presi da improvviso desiderio, di appartarsi nei bagni del cinema. Così, all'intervallo della proiezione, alcuni spettatori si sono recati in bagno. E così hanno sorpreso la coppia intenta in effusioni roventi. Addirittura alcuni astanti, dopo aver bussato con insistenza alla porta del bagno della sala cinematografica all'aperto, hanno pensato che la serratura fosse rotta o accidentalmente bloccata. A quel punto hanno forzato la porta. E, dopo averlo fatto, si sono ritrovati dinanzi ai due giovani completamente nudi che stavano dando sfogo ai propri bollori amorosi. A quel punto i due ragazzi si sono velocemente rivestiti, sotto gli occhi sorpresi di alcuni astanti, e sono immediatamente scappati via. La ragazza è fuggita sullo scooter che aveva parcheggiato dinanzi al cinema all'aperto. Lui, invece, ha cominciato a inseguirla a piedi per le strade di Minori tra l'imbarazzo generale. Ma una stessa situazione imbarazzante è accaduta anche a Marina di Camerota proprio nella notte scorsa. Alcune coppie di amanti, mentre stavano dando sfogo ai propri ardori, sono state bloccate da alcuni agenti. Ed anche qui è scattata la fuga. Stavolta, almeno, al buio della notte.


Coppie e filmini hard: adesso va di moda parlare di Sindrome di Amsterdam.

(Sex and the blog) Nuove tecnologie e vecchie perversioni si sono fuse insieme. Prosegue la conquista della Rete da parte del mondo, infatti sempre più persone sono presenti in Rete grazie a blog, portali e social network. La parte hard di questo discorso riguarda l'escalation di voyerismo che sta colpendo internet. C'è chi vuole essere guardato e chi vuole vedere. E qui entra in gioco la "sindrome di Amsterdam".

Di cosa si tratta è presto detto. Sempre più coppie si riprendono in atteggiamenti molto spinti. Tantissimi mariti e fidanzati utilizzano telecamera o videofonino per riprendere la propria compagna lanciata in performance "very hot" per poi metterla in vetrina su Youporn e in qualche caso (molto soft) su Youtube. Perché? "Perché lì tutti la possono vedere, ma nessuno la può toccare" spiega Chiara Simonelli, sessuologa dell'Università La Sapienza di Roma.

Giorgio Franco, urologo de La Sapienza, aggiunge: "Un tempo si portava la moglie alle feste, vestita bene e ingioiellata. Ora c'è chi la esibisce su Internet".

Io però mi domando e dico: che problema c'è? Senza permettermi di dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, credo che siano semplicemente cambiati i tempi. Prima si faceva sesso telefonico, adesso lo si fa in webcam. Prima si andava in un club privè per conoscere altre coppie swinger, adesso ci sono portali specializzati dove fare conoscenza. La Rete ha regalato ulteriori possibilità a chi da sempre si diverte e dà libero sfogo alle proprie fantasie.

Ci sono uomini che filmano le compagne e le caricano su Youporn? Prima facevano le foto e le facevano sviluppare nei sexy shop. Poi sono arrivate le digitali e il problema si è azzerato. Ora ci sono i portali di video sharing e i siti dove collegarsi online via webcam. E' semplicemente il futuro. Che è diventato presente. Tutto qui. Non facciamo di Amsterdam una Sindrome. Vi spiace?

Tutte vogliono diventare Moana. In 5000 al casting. Online l'ultimo video porno di Moana.

Già arrivati 5mila video: ragazzine di 18 anni e signore di 40. Giurano di adorare la Pozzi e credono di essere la sua sosia. Aspiranti attrici per la fiction di Sky.

(Leandro Palestini - La Repubblica)In Italia ci sono cinquemila signore e signorine convinte di poter far rivivere il mito della pornostar Moana Pozzi in formato fiction per la mini-serie satellitare (in due puntate, regia di Marco Ponti) che andrà in onda nell'autunno 2009. Il web casting aperto da Sky sta esplodendo, arrivano a migliaia i video autopromozionali: un incredibile spaccato dell'Italia al femminile. Studentesse sexy e casalinghe irrequiete provano a sedurre con clip ammiccanti, c'è l'estetista che si sente la sosia di Moana e la cantante lirica pronta a far rivivere la pornostar con la sua voce. Il web casting e aperto a tutte le maggiorenni in cerca di notorietà (quel quarto d'ora non si nega a nessuna), per partecipare basta inviare un filmato di un minuto e il gioco è fatto. Ma per Nils Hartmann, capo della sezione Cinema di Sky, è un'estate calda. "Arriva molto materiale, più del previsto, i video sono già cinquemila. Stiamo selezionando, in un secondo tempo faremo dei provini tradizionali", spiega Hartmann, nei quali esaminerà anche dei veri attori.

Piccole Moana crescono. Sono migliaia le ventenni che aspirano al ruolo della pornostar: si raccontano nei video, espongono la loro fisicità, riceveno il voto dei curiosi del web attraverso dei cuoricini. Tra le più gradite c'è la 25enne Lolly (Loredana Fatone di Pescara) con oltre 26mila contatti e 5 cuoricini sul petto. Studentessa in lingue e disinibita barista, adora Moana: "Non è la solita pornostar, lei ha lasciato il mito di se stessa. Mamma e papà non sanno del video, ma il mio fidanzato dice che è una buona opportunità. Le scene di nudo? A Sky faranno una fiction pulita, non un film porno. Per l'erotismo sarei disposta a far vedere il mio seno (ho una quinta: più di Moana) e poi al mare vado già in perizoma. La misteriosa fine di Moana? Per me non è neanche morta: è all'estero, vive con una nuova identità".

Maria Grazia Pelusi, 27enne, foggiana, prossima alla laurea in relazioni pubbliche allo Iulm di Milano, scommette: "Il suo nome è quello di un'isola della Polinesia, sarà in qualche atollo a fare surf". Mary, che ha guadagnato 4 cuoricini dai fan, è intrigata dal lato intellettuale di Moana. "C'è una dicotomia tra il personaggio e la realtà. Era colta e pornostar, si spogliava ma era donna pensante. Trasversale, apprezzata anche dall'intellighenzia di sinistra", spiega Maria Grazia, allenata sin da ragazza a confrontarsi con "la dea Moana: gli amici insistevano sulla mia presunta somiglianza con l'attrice, mi hanno regalato la sua biografia scritta da Marco Giusti, ho scoperto una sintonia zodiacale: sono nata il 27 aprile come lei e pure alla stessa ora". Ha deciso di inviare il video folgorata "dalla visione su RaiTre di un documentario di Corrado Augias sulla vita di Moana".

Da Palermo arriva il video di Giorgia Cipolla (4 cuoricini), 19enne con "una forte passione per il teatro: ho fatto due anni di laboratorio teatrale al circolo Classico di Palermo, ma se serve faccio Moana. Sono disposta a girare scene provocanti, un po' scollata, mai il porno. Il mio sogno? Fare un film con Benigni". Come mai una teenager vuole entrare nei panni di una pornostar scomparsa nel '94, quando lei era una bimba? "Mi è arrivata l'eco di Moana, mi piace. Quello che so di lei l'ho appreso con ricerche su Internet, da Wikipedia a Youtube, più qualche intervista d'epoca riproposta in tv".

Caterina Arena, estetista di Lecco, 35enne (4 cuoricini), ricorda la morte di Moana. "Nel '94 avevo vent'anni e, passeggiando a Bellagio, i ragazzi mi fischiavano dietro chiamandomi Moana: le somigliavo", dice Katy, lusingata. "Mai visti i suoi film hard, ma ricordo lo spessore, la personalità della diva. Così, dopo aver visto i video su SkyLife mi sono detta: concorro anch'io. L'idea di svestirmi? L'ho già fatto in un dossier per l'anoressia, e tre anni fa ho fatto un provino per il Grande Fratello. A chi non piace essere guardata?".

Daniela Di Pippo (Lady DDP, tre cuoricini), 39 anni, oltre al fisico ci metterebbe la voce. "Faccio la cantante lirica, dicono che sono l'erede di Maria Callas", dice seriamente. Perché partecipa al casting? "Per gioco. Io stimo Moana: faceva la pornostar per libera scelta, non era una morta di fame, a dispetto del lavoro che faceva era una donna elegante. Dovessero scegliermi per la fiction, mi rendo conto che non potrei vestire con abiti castigati, ma io sono una persona aperta".
Su SkyLife sono rare le incursioni-video delle professioniste dell'erotismo (da Justine a Barbarina), ma a sorpresa spunta il video di un uomo, Nicola Donghi, 25enne, grafico bergamasco. Il perché di questa provocazione? "Perché io assomiglio a Moana più di quelle che vedo nei video. Farò crescere i capelli, mi truccherò, farò rivivere alla grande Moana, l'icona del porno italiano".

Provocazioni a parte, dal quartier generale di Sky, Nils Hartmann fa sapere che "attraverso un casting tradizionale cercheremo gli attori che interpreteranno i personaggi di Schicchi e Ilona Staller, per ricreare quel triangolo porno-industriale che i tre rappresentavano". E garantisce che la fiction su Moana "non sarà volgare".
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Indonesia, la magia per rendere gli uomini più dotati arriva sul web.

Dalla nonna passa al nipote il misterioso potere di far crescere di vari centimetri l'organo riproduttivo di sesso maschile... e lui lo trasforma in business su Internet.

(AdnKronos) La nonna era una vera istituzione per gli abitanti di Giava, che le riconoscevano poteri soprannaturali. E ora il nipote afferma di aver ereditato queste doti, tra cui soprattutto la capacità di aumentare le dimensioni dell'organo sessuale dei clienti di sesso maschile. Una capacità che il giovane vorrebbe mettere a frutto servendosi del mezzo più adatto a raggiungere clienti in tutto il mondo: il web. La specializzazione di Mak Erot, morta la scorsa settimana a un'età avvolta nel mistero come tutta la sua vita (qualcuno afferma addirittura che avesse 130 anni) era proprio quella di far crescere di vari centimetri l'organo riproduttivo degli uomini che si rivolgevano a lei perchè insoddisfatti delle loro misure. Nel piccolo villaggio di Caringin, Mak Erot eliminava la causa dei loro complessi ricorrendo a un rito basato su preghiere islamiche, formule magiche e pozioni di erbe.

Dopo la sua morte, questo 'dono' sarebbe passato al nipote, Saepulloh, che all'agenzia di notizie 'Detikom' ha spiegato "di essere pronto a continuare il lavoro della nonna". Il giovane aspirante santone non intende limitarsi a usare i metodi tradizionali. Con l'aiuto del fratello Andika, ha infatti deciso di creare un vero business, lanciando un sito web attraverso cui attrarre clienti in tutto il mondo.

Già ora il giro d'affari prodotto dalle doti della nonna è di tutto riguardo. Mak Erot era infatti riuscita a creare un impero di diversi miliardi di rupie, cioè diverse centinaia di migliaia di euro. Gli introiti non derivavano solo dagli interventi a beneficio di uomini poco soddisfatti di sé, ma anche dalla vendita di magliette e altri gadget con la sua immagine. La notizia degli ottimi risultati dei riti di Mak Erot aveva superato i confini del suo villaggio e la clientela di certo non mancava. Un ottimo punto di partenza per il giovane Saepulloh, che porterà la 'magia' della nonna nell'era informatica.

Le donnine chiuse nel cassetto di quel pornografo di Kafka.

(Aridea Fazzi Price - Il Giornale) Non è facile demolire il mito che si è creato intorno a Franz Kafka (1883-1924), il tormentato e sofferto autore de La Metamorfosi, Il castello e Il processo, lo scrittore boemo di lingua tedesca incompreso dalla sua epoca, il Nostradamus mitteleuropeo che anticipò gli orrori dell’Olocausto.
Al di là della sua opera, l’immagine più intensa e più duratura di Kafka ci è stata tramandata dalle parole di Milena Jesensks, la donna che lo scrittore amò negli ultimi anni della sua vita, la quale nell’agosto 1920 lo descriveva al comune amico Max Brod come «un uomo profondamente lucido, così puro e così incapace di compromesso da essere costretto a vivere asceticamente», un uomo per il quale il mondo era «un segreto mistico».
Ora, secondo uno studioso di Oxford che ha riportato alla luce una collezione di riviste esplicitamente pornografiche tenute sotto chiave dallo scrittore nella casa che condivideva con i genitori a Praga, sembra che Milena conoscesse ben poco dell’uomo.
James Hawes, autore del libro Excavating Kafka (Quercus) - uscito ieri in Inghilterra -, già vent’anni fa mentre preparava il suo dottorato su Kafka all’Università di Oxford, indagando sul manoscritto originale del Castello aveva avvertito qualcosa di falso nell’immensa industria cresciuta intorno al suo mito. Impressione, secondo lo studioso, convalidata più tardi dalle scoperta delle riviste porno, delle quali gli accademici erano certamente a conoscenza, «perché in realtà - afferma Hawes nella sua disamina - nonostante il fatto che non se ne sia mai parlato, la pornografia di Kafka non è un segreto: era nota sin dalla sua prima biografia in cui Max Brod in una nota menziona con molto tatto “dei periodici cui eravamo abbonati insieme” e biografie successive, come quella epocale di Wagenbach sulla giovinezza di Kafka, l’hanno annotato». Inoltre le lettere dello scrittore a Brod rivelano esattamente dove tenesse nascosto questo materiale porno. Il mistero, semmai, è perché sia rimasto segreto, si chiede Hawes nel suo saggio, avanzando l’ipotesi - forse un po’ semplicisticamente - che prendere in considerazione la passione pornografica di Kafka significherebbe anche rivedere la sua intera vita letteraria. Insomma, gli accademici che sono di guardia al mito di Kafka avrebbero protetto a oltranza il loro idolo da ogni contaminazione. Tanto da trascurare persino il fatto che l’uomo che inviava le riviste pornografiche a Kafka negli anni 1906-1907 era lo stesso editore che per primo pubblicò i suoi racconti nel 1908, e che, in qualità di giurato nel maggiore premio letterario di Berlino, il «Fontane», fece in modo che lo scrittore praghese lo vincesse. Il riserbo degli accademici, secondo Hawes, non investe soltanto la faccenda della pornografia ma anche certi passaggi nei diari, in cui si parla di paure esistenziali che commuovevano tanto Brod e che in realtà non riguardavano nel caso specifico la stesura del Castello bensì una recente visita in un bordello.
«Sulla scorta di queste scoperte la luce della realtà storica filtra attraverso le crepe del mito agiografico», scrive Hawes. «Troviamo allora il figlio di un milionario che per tutta la sua vita adulta frequentava prostitute e bordelli; uno scrittore spalleggiato da una cricca influente e ammirato (e lo sapeva) da quasi tutti i maggiori autori di lingua tedesca dell’epoca; un leale cittadino asburgico con un impiego statale di alto livello sicuro fino alla fine che l’impero tedesco e quello austriaco avrebbero vinto la prima guerra mondiale; un uomo che non aveva intuito l’Olocausto più di ogni altro».

James Hawes oggi è un’autorità su Kafka, con un passato di scrittore satirico e brillante che lo ha fatto paragonare a Evelyn Waugh. È “inciampato” nella raccolta di riviste pornografiche durante le sue ricerche alla British Library e alla Bodleian di Oxford. Il contenuto, «sgradevole e inquietante», giustifica che fossero tenute sotto chiave, allora come oggi, benché il titolo delle riviste - Amethyst e Opal - non rivela alcunché del contenuto.
Nel 1906 lo stesso Franz Blei - che due anni dopo avrebbe brigato per accordare il premio «Fontane» a Kafka - pubblicò a Berlino una rivista, Amethyst, in un’edizione limitata riservata strettamente a un numero di abbonati. Una copia dimenticata in un albergo finì nelle mani della polizia asburgica che ne ordinò la chiusura per immoralità. Blei non si scompose e l’anno successivo ne pubblicò un’altra cambiando il titolo in Opal che non ingannò nessuno tranne i censori imperiali. Le immagini incriminate pubblicate su Amethyst e Opal sono inserite fra pagine e pagine che non hanno nulla (o quasi) a che fare col sesso: traduzioni di Keats ad esempio, forse un po’ audaci per i tempi, piuttosto che versioni di Verlaine o citazioni dai diari di Aubrey Beardsley, il famoso collaboratore di Oscar Wilde. Kafka, che era abbonato alle riviste, ne era un lettore entusiasta, tanto da lamentarsi con Brod dei ritardi (come scrive in una lettera del 2 febbraio 1906: «Che succede all’Amethyst? Ho qui i soldi pronti e aspetto...»). L’anno successivo in agosto si portò Opal in vacanza e in ottobre si rammaricava per un nuovo ritardo.
Il libro di James Hawes riporta solo alcune di quelle immagini «scandalose» (ma che viste oggi fanno sorridere...). Scritta in una prosa colta ma spiccia, in un tono dissacrante e al tempo stesso riverente, la biografia-scandalo Excavating Kafka aggiunge una dimensione in più all’angoscia dello scrittore, senza tuttavia togliere nulla alla sua opera. Hawes vorrebbe rivalutare Kafka non come lo scrittore claustrofobico de La metamorfosi ma come un autore di black comedies. In realtà questo nuovo “scavo” di Kakfa restituisce allo scrittore praghese tutta la sua umanità. Non più un idolo, ma un uomo: se non come tutti, come tanti. È anche l’opinione di Richtie Robertson, docente di Letteratura tedesca all’università di Oxford e grande studioso di Kafka: «Fra i tanti miti su Kafka si impone sempre quello diffuso dal suo amico Max Brod che fa dello scrittore una specie di santo. È salutare scoprire le prove che dopotutto era solo umano».

Falso video per estorcere 25mila euro a novantenne.

La donna è stata sorpresa dai poliziotti dopo che aveva prelevato, da un cestino dei rifiuti in una piazza del centro, una busta che il novantenne aveva depositato pochi minuti prima e che avrebbe dovuto contenere 25.000 euro in contanti. La cifra era stata comunicata dalla ragazza via sms

(La nazione) Ricatto (mancato) a luci rosse. La scorsa notte gli agenti della squadra mobile, coordinati dal dirigente Gianluigi Manganelli, hanno arrestato una congolese di 26 anni per estorsione nei confronti di un anziano di 88 anni residente a Siena.

La donna è stata sorpresa dai poliziotti dopo che appena aveva prelevato, da un cestino dei rifiuti in una piazza del centro, una busta che l'uomo aveva depositato pochi minuti prima e che avrebbe dovuto contenere, in base alle istruzioni fornite all'uomo sul telefono cellulare, 25.000 euro in contanti. Nelle ultime settimane, infatti, l'anziano aveva ricevuto diversi sms, inviati da cabine telefoniche, sul proprio telefonino, con i quali era stato minacciato di morte se non avesse consegnato il denaro. Se non avesse consegnato i soldi richiesti, dicevano i messagi, la sua casa sarebbe stata incendiata e sarebbe stato divulgato e consegnato alla polizia un presunto video che lo ritraeva mentre compiva atti sessuali con un minorenne, circostanza che l'uomo sapeva benissimo non essere vera. L'anziano si era così rivolto agli investigatori che sono riusciti ad individuare il mittente degli sms e, una volta fatto concordare il luogo dove sarebbero state lasciate le mazzette di falsi contanti, fornite alla vittima dagli stessi agenti, si sono appostati all'ora pattuita, arrestando in flagranza della congolese.

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Il porno reality di Fx.

‘Ciak si giri’ è una via di mezzo tra un reality e una docu-fiction sul mondo del porno messo in onda sul canale ‘maschile’ di Sky (Fox) Fx.

(Millecanali) La nuova frontiera del reality pare essere il ‘porno-reality’, come dimostrano i successi di "Ciak si giri" sul canale FX (del gruppo Fox) di Sky.
"Ciak si giri" sembra essere in realtà una via di mezzo tra un porno reality e una docu-fiction che Fx trasmette ogni lunedì sera alle 23,30. Il programma segue una sgangherata troupe di attori porno, professionisti e non, in Italia, a Praga, a Budapest e nei Carabi, su set e location a basso costo. La trasmissione racconta in modo molto crudo e realistico la vita degli attori e delle troupes, i passaggi in alberghi di media categoria e nelle stazioni ferroviarie dell'Est Europa. Tutto letto in una vena fortemente ironico - realistica.

Tra i protagonisti Vittoria Risi, giovane star del porno che ha fatto solo tre film e vede una grande possibilità di lancio in "Ciak si giri", l'attore Omar Galanti detto "Mister 32 centimetri", ma ci sono anche il regista della troupe Leo Salemi (che si vanta di essere stato il regista del successo di cassetta di "L'albero delle zoccole"), il produttore, di nome Cico, e un assistente di regia, il romano Franco. Come ogni simil-reality che si rispetti c'è anche il confessionale, dove si raccolgono gli sfoghi e i pensieri dei componenti della troupe, compreso quello di una costumista che non aveva mai lavorato per una produzione porno e che dice "gli attori sono seri, specie i maschi che devono stare un attimo concentrati".

Il reality sta finora ottenendo buoni risultati d'ascolto con un'audience degna del ‘vicino’ canale Fox Crime. Gli autori di "Ciak si giri" sono Serena Castana e Lillo Iacolino. "C'è sempre meno mercato per il porno 'generalista' - dice la Castana - . Ora si trova tutto gratis su Internet. E per guadagnare ci si specializza. Alla fine alcuni dei protagonisti del programma vengono fuori come dei bravi ragazzi che fanno anche un lavoro ingrato".

Al programma è abbinato anche un blog su un sito dedicato, che raccoglie le impressioni del pubblico.

Madonna, arriva il video hard. Forse. Costa solo un milione di euro.

(Sex and the blog)Non posso non segnalare questo post di Spettacoli. Madonna è tra le mie preferite. Attendiamo con ansia il suo video hard. Colletta?

E così il video hard di Madonna, a quanto pare, sarebbe in arrivo. La sua valutazione per ora si aggirerebbe intorno al milione di euro. Nessuno ancora lo ha visto, a parte il cameraman che dice di esserne in possesso. E noi. No, non è vero, noi non l'abbiamo visto, suvvia, si scherza. Certo che Madonna è nel pieno della bufera. Prima la presunta relazione extraconiugale con Alex Rodriguez, giocatore di baseball, ora una sex tape; chissà cosa ci proporrà tra un mesetto.

Però bisogna essere sinceri, con la valanga di video sexy che circolano in rete era strano non avere ancora nulla di Madonna, alla fine è stata lei a precorrere i tempi con tutti quei nudi e quei racconti scabrosi sulla sua vita privata (e sessuale). Ci voleva la ciliegina sulla torta, ecchediamine. Non so se ricordate il Sex Book di Madonna, diciamo che era tutto abbastanza esplicito in quel libro. Foto della diva nuda e in atteggiamenti decisamente hard.

Ah, ci siamo dimenticati di dirlo, ovviamente il video hard che sarebbe nelle mani di questo cameraman non riguarderebbe il marito, ma il giocatore di baseball, e questo la metterebbe nei guai, visto che la cantante ha sempre smentito il tradimento.

Madonna, nel video, sarebbe impegnata a mantenere la sua forma splendente facendo acrobazie su un divano. A quanto pare i due amanti erano soliti incontrarsi in un appartamento di proprietà di un amico della star, dove, guarda un po' che sfiga, era stata installata una piccola videocamera.

Per ora in internet non c'è nulla, nemmeno delle "anteprime" come spesso capita. La ragione è semplice: con quel che vale il filmato sarà rinchiuso in una cassaforte fino al pagamento del "riscatto". Madonna non ha rilasciato dichiarazioni in merito, ma c'è da scommettere che dietro le quinte ci sia un gran fermento. Andrà a finire nel peggiore dei modi (per i guardoni)? I giudici ordineranno il sequestro?

Bè, sarebbe la decisione migliore, visto che il video sarebbe leggermente invasivo in fatto di privacy. Staremo a vedere, la telenovela dell'estate è iniziata. Si aspettano colpi di scena. In uno o nell'altro senso.

Gli uomini preferiscono le brune guadagnano di più e sono più sexy.

Sondaggio inglese su 3 mila donne: quelle con i capelli scuri hanno più uomini. Le bionde si divertono di più, ma risultano più povere e con meno relazioni.
(La Repubblica) Quando Marilyn nel 1953 cantava che gli uomini preferiscono le bionde, il luogo comune era già dato per scontato. Ma adesso pare che le cose siano cambiate: sono le brunette (originali e tinte) quelle che riscuotono più successo con l'altro sesso e che guadagnano di più nel lavoro. Magra consolazione per le platinate: sarebbero quelle più divertenti e allegre. In questo senso, allora, acquista validità l'adagio popolare, secondo il quale gli uomini preferiscono le bionde ma sposano le brune.

Il sondaggio. Che le cose vadano così, lo dice una ricerca svolta in Inghilterra su un campione di tremila donne, commissionata da Scwarzkopf&Henkel e diffusa dal Daily Mail. La vittoria dei capelli scuri, almeno sul fronte economico, è schiacciante, almeno in Gran Bretagna: le brune in media guadagnano 4.250 sterline in più rispetto alle bionde. Ma le sorprese non finiscono qui.

Il segreto del successo. Marilyn ai giorni nostri si sarebbe stupita leggendo che le brune guadagnano il due a zero contro le bionde proprio grazie agli uomini: secondo il sondaggio, il 44% delle donne intervistate, ha ammesso che è proprio il colore bruno dei capelli che garantisce il successo con gli uomini. La percentuale delle bionde convinte di attirare l'altro sesso anche grazie al colore dei propri capelli scende drasticamente al 10%.

E così va con gli uomini. Con quest'ultimo dato la partita è definitivamente vinta dalle scure: il 20% di esse ha dichiarato di aver avuto in media cinque o più relazioni nella vita, mentre solo il 13% delle bionde può dire altrettanto.

«Sono sexy», «Le assomiglio» Tutte in fila per fare la pornostar.

(Il Giornale) Quali caratteristiche deve avere la ragazza che dovrà impersonare Moana Pozzi? Lo chiediamo a Michele Giordano, coautore - insieme a Andrea Di Quarto - del libro Moana e le altre, Gremese editore. «Carisma e un’educazione borghese» risponde. «Moana è stata l’unica attrice porno a saper accavallare le gambe senza esser volgare». Non è un segreto che la bionda pornostar sia nata in una famiglia molto cattolica, padre ingegnere nucleare e madre casalinga. Da ragazza frequenta il liceo scientifico e studia chitarra classica in Conservatorio in quel di Lerma, provincia di Alessandria. A diciotto anni si trasferisce a Roma per frequentare gli ambienti del cinema. «A quel tempo fare l’attrice porno era o un atto rivoluzionario o una scelta di ripiego. Per lei penso sia stato un ripiego. Nel mondo del porno infatti Moana non era considerata un granché. Una volta, mentre era al culmine di una scena di sesso, le suonò il cellulare. Lei fece cenno a un assistente di scena di portarle il cellulare, poi disse al regista di inquadrare diciamo la parte sotto l’ombelico, così che potesse tranquillamente continuare sia a parlare al telefono che a girare». A dispetto di questo però in breve tempo diventò una macchina per far soldi lanciata a tutta velocità. «La leggenda vuole che guadagnasse 100 milioni delle vecchie lire per film, in realtà per ogni film girato se ne realizzavano, rimontati in vario modo, altri venti. «Sarà difficile trovare una ragazza che sappia interpretarla. Ma dipende se per la fiction di Sky Cinema cercano la somiglianza fisica o la personalità. Nel secondo caso consiglierei di fare un casting nei collegi delle suore».
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Sessomatto a Milano. Ragazza nera in perizoma fa la lap dance sul tram.

La performance sul n. 19, alla fermata di viale Certosa.
(Apcom) Metti un pizzico di esibizionismo ed una sana sfrontatezza. Metti il caldo torrido del primo lunedì di agosto in una Milano semi-deserta. Metti la voglia di vacanza, mare e divertimento. Ed ecco che il tram si trasforma in una discoteca ed una donna nera si improvvisa ballerina di lap dance.
E' accaduto nel primo pomeriggio a Milano. Il tram è il 19, che viaggia da Roserio al Duomo.
Alla fermata viale Certosa angolo Grosotto dalla porta posteriore sale una donna nera, alta circa 1 metro e 80 vestita solo con perizoma nero e magliettina traforata.
Inizia a ballare all'interno della vettura e, roteando intorno a quelli che di solito sono sostegni per i passeggeri durante la corsa, raggiunge il posto dell'autista.
Immediata la reazione dei passeggeri a bordo del tram: "Una signora con una bambina appena l'ha vista salire è scesa dal tram mentre altri passeggeri hanno iniziato a mugugnare. Un anziano ha cercato di chiamare la polizia col cellulare ma alla fine è scattato l'applauso per la performance", ha raccontato l'autista, Cristiano S. da 14 anni in Atm che ha visto tutto lo spettacolo dallo specchietto.
La donna alla fermata successiva ha terminato la performance ed è scesa dal mezzo mimando due giri di lap dance al palo della fermata.
"Molto bella, nessun dubbio che fosse una donna - ha commentato il tramviere - Mi sembrava un po' fuori di testa ma non ubriaca o 'fatta'. Alcuni passeggeri si sono divertiti altri hanno protestato. Io ho chiamato la centrale operativa e ho dovuto raccontare per due volte cosa era accaduto perché il responsabile della sala non mi credeva".

Cristiano, che ha ammesso di aver trovato "divertente" il fuori-programma, è apparso anche un po' preoccupato: "Ho due figlie piccole - ha detto - e non mi farebbe piacere se vedessero uno spettacolo del genere. Non era volgare, ma nuda al limite".