Torino, la Procura apre un'inchiesta.
(Cronaca qui) Lo scandalo a luci rosse esplode come una tempesta all’università. Mentre voci di corridoio rilanciano con forza l’idea che le molestie sessuali siano una triste consuetudine nei locali della storia scuola di specializzazione in medicina legale, i vertici dell’ateneo respingono con forza l’idea che un concorso possa essere stato truccato proprio in virtù di favori sessuali. E la Procura ha aperto un’inchiesta.
A monte di tutto c’è la sentenza del Tar che ha annullato il concorso per tre posti alla scuola di specializzazione: gravi vizi formali e tutto da rifare. Ma una candidata esclusa, la dottoressa A. sostiene che è stato il suo rifiuto a pesanti avances sessuali a condizionarne la bocciatura. «Già in passato ho subìto molestie sessuali a opera di un professore, anche prima di laurearmi - ha raccontato -. Poi due o tre mesi prima del concorso. Quando hanno visto che ero incinta, non andavo più bene. È arrivata un’altra candidata, molto bella e ha passato il concorso». La dottoressa sostiene di aver conservato le prove di quelle attenzioni cui, in passato, avrebbe ceduto: «Ho una fotografia del professore con il membro di fuori, fatta con il cellulare. E anche degli abiti sporchi che ho conservato». «Sono pronta a raccontare tutto e a mostrare questi elementi se un giudice mi chiamasse. Anche se non vorrei affrontare un processo per evitare di dover raccontare certi particolari. E anche perché io stessa non farei una grande figura, temo» conclude.
In Procura, per il momento, c’è grande cautela. Il procuratore reggente Raffaele Guariniello ha aperto quello che in gergo si chiama “fascicolo K”, ossia con gli atti relativi al caso in questione: «L’abbiamo aperto d’ufficio per poter effettuare verifiche. Occorre valutare se vi siano estremi di reato per cui si possa procedere d’ufficio o se occorra una querela di parte». Nei prossimi giorni verranno sentiti sia la dottoressa A. sia il professore da lei accusato. Nella realtà, le questioni sarebbero due: da un lato le molestie sessuali, dall’altra il falso in atto pubblico. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, afferma la dottoressa A. che «una candidata ha fatto un pessimo compito, gliel’hanno riscritto totalmente». Sull’altro fronte, a parlare è il legale della dottoressa, l’avvocato Marialuisa Capuani: «C’era la volontà della mia assistita di sporgere querela». Quindi, altre vittime di molestie all’interno dell’ateneo? «Lei mi ha parlato di altre due ragazze. Ma per il momento ci eravamo concentrati sul ricorso al Tar, riservandoci di valutare altri elementi in un secondo tempo».
Lo scenario è di quelli che effettivamente fanno scalpore: la dottoressa ha riferito di aver dovuto sottostare alle deviazioni a livello sessuale del suo docente. Si parla anche di incontri ravvicinati e “giochi” nella sala degli scheletri dell’istituto di medicina. Altre studentesse, pur non volendo comparire con il proprio nome e cognome, dicono di aver sempre sentito di molestie sessuali nel dipartimento. Una, in particolare, dice che i due professori presi di mira «non godevano di buona fama». Altri studenti, interpellati dai cronisti, dicono che si tratta solo di calunnie, di invenzioni fantasiose.
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La dottoressa G. La candidata vincitrice. «Niente favori, ho solo studiato».
(Cronaca qui) La dottoressa G. è una delle candidate che hanno passato con esito positivo il concorso poi annullato dal Tar. Ieri ha saputo dai giornali dell’esplosione di un vero e proprio bubbone alla facoltà di medicina. Lei si è classificata al primo posto nel concorso annullato e sa delle accuse di irregolarità mosse da una sua collega. «So che dice che qualcuno ha riscritto il compito - risponde -, ma il mio è assolutamente regolare. Basta verificare gli elaborati: su quel foglio c’è la mia calligrafia».
E per quanto riguarda le accuse di favori sessuali richiesti alle candidate: «Io non ne so niente. Ho passato il concorso perché ho studiato. Certe affermazioni devono essere provate». Affermazioni, quelle della candidata esclusa, che però non riguardano certo soltanto questo concorso, ma che si estendono a tutto l’ambiente dell’istituto, con diverse studentesse e specializzande che avrebbero subìto pesanti attenzioni da alcuni docenti: «Anche di questo non so niente, non ho mai sentito parlare di niente del genere. E comunque io non ne sono stata vittima. Ho passato il concorso perché ho studiato».
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